la tentazione di abitare

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IDENTITA’-LUOGHI-PERDERSI.

« La perdita del luogo procede di pari passo con la perdita del linguaggio basilare, del costume edilizio e degli stili. Incisiva è soprattutto la perdita del linguaggio basilare, che indipendentemente dal costume locale rende possibile un’architettura prossima alla vita. Dato che il linguaggio formale si basa sulla conoscenza qualitativa, la prevalenza del misurabile lo annulla. »

Christian Norberg-Schultz.

Il consistere del concetto di casa è simbolo e realizzazione della dimensione mancata della nostra epoca nomadica e in perenne transizione, che intrattiene con la memoria un complesso e contraddittorio rapporto di negazione/feticismo.

Se affinchè con un luogo si possa intrattenere una relazione d’uso e di significato adeguato al suo concetto, la memoria è uno dei requisiti fondamentali, quando le possibilità di riconoscimento sono menomate, se non azzerate, alla scarsa e debole identità del luogo fa riscontro la mancanza di identità culturale degli abitanti. Non soltanto l’orientamento e l’identificazione dei singoli elementi e della loro interazione viene meno, ma l’intera comprensione del senso dell’abitare risulta compromessa, con evidenti ripercussioni anche sulle modalità funzionalisti che di concepire la dimora.

Ne deriva una dimora dove non ci si può più radicare, e luoghi segmentati nella loro eterogeneità tra i quali non si può  che  dislocarsi necessariamente: spazi di lavoro, degli spostamenti, dell’acquisto, dello svago, della salute, della trasgressione, ciascuno con una relazione sempre più precaria, se non nulla, con il territorio reale in cui si trovano.

L’uso del territorio e degli edifici non comporta più ormai una precisa comprensione del loro significato, né una percezione dell’unità, dissolta nella puntiformità della funzione spaziale.

Text and picture by Marta Orlando.