la tentazione di abitare

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In « Architecture and disjunction » Bernard Tchumi propone una nuova triade in sostituzione di quella vitruviana.

Spazio, evento e movimento, secondo l’architetto svizzero costituirebbero oggi chiavi di lettura molto più adatte di una firmitas ormai superata sia nel suo significato di solidità che in quello di aspirazione all’eternità, di una utilitas difficilmente discernibile nel continuo cambiamento di usi e obiettivi, di una venustas inafferrabile e ampiamente emarginata dallo stesso campo di riflessione artistica.

La nozione di evento, con il suo carattere mutevole e aleatorio, mette in crisi ogni idea di forma espressa attraverso assetti definitivi, ponendo in rilievo quello che accade e soprattutto quello che può accadere in un qualsiasi spazio, anche al di là delle previsioni.

È evidente, in questo sforzo di trasformazione della disciplina, non solo il tentativo di mantenersi in contatto con una realtà in costante e accelerata mutazione evolutiva (cfr. Paul Virilio,A landscapes of events), ma anche di ampliare la capacità dell’architetto di rispondere a situazioni che sfuggono alle sue capacità di comprensione e intervento. Si tratta di un approccio che rispetto al sistema di sicurezze che regge la pratica del progetto architettonico risulta tanto destabilizzante quanto aperto a nuovi sviluppi, dove alla intenzione di suddividere e confinare si sostituisce la ricerca e l’amplificazione del possibile, dell’inaspettato.

Text and picture by Marta Orlando.